Riproduzione

Come tutti i mammiferi, il gatto si riproduce sessualmente: lo spermatozoo maschile feconda l'ovulo della femmina.
Le gatte raggiungono la maturità sessuale tra i 6 e i 9 mesi d'età, i maschi intorno ai 9 mesi.

Il calore
Nelle gatte il calore è stagionale: si presenta una prima volta con inizio a gennaio e termine tra marzo e aprile; una seconda volta con inizio verso giugno e temine intorno a settembre. Il calore dovrebbe interrompersi tra ottobre e dicembre, forse a causa delle ridotte ore d'illuminazione solare (fotoperiodismo), ma questo non succede alle femmine che vivono frequentemente alla luce artificiale; in altre parole, le gatte casalinghe non subiscono sospensioni del calore, che può durare anche tutto l'anno. I cicli durano circa 15 giorni ciascuno, ogni estro da 2 a 4 giorni.
Quando la femmina va in calore assume un atteggiamento particolare: perde l'appetito, diventa più affettuosa e "svenevole" del solito, strofina testa e collo contro tutti gli oggetti che trova, si rotola per terra, si lamenta e miagola in modo straziante, cerca di uscire da casa in cerca di un compagno.
I gatti maschi interi (che cioè non hanno subito la castrazione) marcano il proprio territorio con schizzi d'urina particolarmente maleodoranti, perché ricchi di ormoni, soprattutto nel periodo del calore. Il numero dei calori di un maschio in un anno è imprecisabile e la durata di ognuno dei cicli (di circa una settimana, ma anche più) è condizionata dalla possibilità o meno che trovi soddisfacimento sessuale.
Diversamente dalla gatta, il maschio in calore non ha la tendenza a essere affettuoso e diventa, anzi, impaziente e irrequieto.

L'accoppiamento
I richiami e gli odori di una femmina in calore attirano al suo cospetto un bel numero di maschi. I pretendenti si radunano intorno a lei e aspettano impazienti il momento dell' accoppiamento.
Il maschio dominante si accoppia con la femmina dopo vari tentativi, nei quali lei sembrerà non gradire le sue intenzioni, respingendolo sdegnosa; il maschio continuerà a corteggiarla miagolando in modo straziante e, a un certo punto, la femmina improvvisamente accetterà le sue attenzioni. La gatta assume allora un atteggiamento particolare, accucciandosi con il corpo allungato, la coda sollevata di lato e muovendo le zampette posteriori per indicare al maschio la sua disponibilità; questi, allora, afferrandole la collottola con i denti, inizia l'accoppiamento.
Nella femmina l'ovulazione avviene solo durante l'accoppiamento. Al momento della penetrazione, l'eiaculazione del maschio è immediata e sottolineata, solitamente, da un breve e acuto lamento della femmina. Allora il maschio si discosta rimanendo nei paraggi, e osserva la gatta che si rotola languidamente, stiracchiandosi e sfregandosi a pancia all'aria. Dopo poco tempo potrebbe iniziare un secondo accoppiamento e altri ancora (anche sette durante l'estro). Successivamente la micia potrebbe decidere di accoppiarsi anche con altri maschi convenuti, dal più importante in gerarchia al più debole, e rimanere così gravida anche di tutti loro contemporaneamente.
Se è rimasta gravida, la micia non ricadrà in calore; qualora invece non sia avvenuta la fecondazione, l'estro si ripresenterà dopo circa 15-20 giorni. Non esistono test di gravidanza per le gatte; le prove dell'avvenuto concepimento potrete averle solo tramite un'ecografia, o un esame radiologico possibile dopo 40 giorni dalla fecondazione (prima lo scheletro dei piccoli non è visibile).
Non palpate mai l'addome della gatta per cercare di stabilire la presenza o il numero di gattini: questa è un'operazione da lasciar fare al veterinario in quanto, operando in modo inesperto, potreste provocare danni gravi e irreparabili sia alla madre sia ai piccoli.

La gravidanza
Nei gatti la gestazione dura circa 65 giorni e, se non si conosce la data precisa dell'accoppiamento, si può prevedere il momento del parto calcolando 6 settimane da quando i capezzoli della micia cominciano ad arrossarsi.
Durante la gestazione, la gatta aumenterà di peso (1- 2 chilogrammi , secondo il numero dei piccoli); le si gonfierà l'addome; modificherà il suo comportamento, diventando più tranquilla e dolce del solito, insomma più “materna”.
Fornite alla futura mamma una dieta ricca di sali minerali, soprattutto calcio - e di vitamine. La gatta potrebbe soffrire di stitichezza, sintomo causato dai feti che premono sull'intestino; in questo caso aggiungete un po' d'olio d'oliva alla sua abituale pappa (poco!).

Due settimane prima del parto predisponete una cuccia confortevole e impedite alla gatta di uscire da casa. Preparare un ricovero per il parto è abbastanza semplice: basterà una scatola di cartone(o una cassetta) larga circa 50 centimetri , con un'apertura su un fianco e una finestrella in alto per l'assistenza e il riscaldamento. Rivestite l'interno con panni morbidi o carta di giornale (che facilita la pulizia). Sistemate la cuccia in un luogo caldo e appartato, o dove la gatta dimostri di preferire e incoraggiatela a visitare spesso il suo ricovero, perché si abitui alla sistemazione. Spesso però le gatte non gradiscono la nuova soluzione e, all'ultimo momento, decidono di partorire in un altro luogo: tenete chiusi armadi, cassetti, credenze, scatole ecc. se non desiderate avere delle sorprese.

Se dopo il 71° giorno, la gatta non dà segni di voler partorire, rivolgetevi al veterinario: potrebbero essere insorte delle complicazioni.

Il travaglio
Nelle 12-24 ore precedenti il parto alcuni segnali vi avvertono che è arrivato il momento fatidico: la gatta si dimostra irrequieta, miagola, fa continuamente le fusa; potrebbe vomitare e avere un ritmo respiratorio accelerato, scavare in qualche angolo per prepararsi una cuccia. Osservando la vulva a volte è possibile notare una fuoriuscita di liquido chiaro e, in alcuni casi, di qualche goccia di sangue; schiacciando delicatamente i capezzoli si provoca la fuoriuscita di qualche goccia di latte.
In questa fase di travaglio cercate di tranquillizzare la micia e tenetela nella cuccia che avete predisposto. Comincerà infatti a essere un po' confusa e potrebbe andarsene a partorire in un posto a lei più gradito; inoltre, se doveste spostarla a parto già avviato, potrebbe decidere di interromperlo e di proseguirlo più tardi. Se la gatta ricerca affannosamente la vostra presenza durante il parto, non deludetela perché la vicinanza di una persona amica la fa sentire più tranquilla e protetta: non lasciatela sola per tutta la durata del travaglio e del parto.

Il parto
Il parto dura dalle 2 alle 6 ore, con un intervallo, tra la nascita di un piccolo e l'altro, di 30-60 minuti. All'inizio le doglie si succederanno con un ritmo di 15-30 minuti tra una e l'altra, poi avranno intervalli sempre più brevi, fino ad arrivare a un ritmo di 15-30 secondi. La gatta comincerà a leccarsi con insistenza la vulva, successivamente apparirà la prima membrana fetale, di colore scuro, ma che lascia intravedere il piccolo. Non spaventatevi se durante l'espulsione la gatta dovesse lamentarsi anche sonoramente: è normale.
Il parto avviene di solito senza problemi, e anche una gatta alla prima esperienza è in grado di cavarsela da sola.

Dopo la nascita di ciascun piccolo, vengono espulse la placenta e le membrane, e la madre di solito le ingoia per ripulire la nursery: fatele sparire prima che ciò accada, in quanto potrebbero causare qualche problema digestivo o di diarrea. Se non ci riuscite, comunque non preoccupatevi, c'è chi asserisce che, ingoiando la placente, la gatta stimoli la lattazione (cosa questa assolutamente non provata).
Con un morso la gatta taglierà il cordone ombelicale 4- 5 centimetri sopra l'ombelico, quindi poi comincerà a leccare il nuovo nato per ripulirlo e asciugarlo.

Precauzioni post-parto
A parto concluso ciascun gattino dovrebbe essere in grado di poppare: verificate che sia attaccato a un capezzolo e che beva il primo latte particolarmente ricco di anticorpi (colostro).
La causa più frequente di mortalità tra gattini è un allattamento scarso o poco nutriente. Controllate quindi che poppino sempre dal loro capezzolo (di solito ogni ricetto ne ha uno suo prediletto) regolarmente e in quantità sufficiente, che non si lamentino spesso, che crescano di peso regolarmente (15- 20 grammi al giorno), che siano sempre caldi e puliti, che non vengano isolati dal resto della cucciolate, che la madre sia nutrita in modo adeguato.

A mamma gatta somministrate un'alimentazione equilibrata e ricca in particolare di calcio e vitamine. Se tutto è andato bene allatterà i gattini dimostrandosi particolarmente beata e tranquilla, e non si allontanerà mai dalla sua nidiata per i primi giorni.
Non permettete a troppe persone di attorniarla e toccare i piccoli, potrebbe agitarsi e decidere di spostare i gattini da un'altra parte, o addirittura abbandonarli.

Come aiutare mamma gatta
Capita a volte di dover aiutare una mamma primipara che si dimostrerà più agitata e confusa del normale.

Può succedere, per esempio, che il feto rimanga bloccato nel collo dell'utero o all'interno del canale vaginale. In questi casi dovete chiamare il veterinario; se non è però possibile un suo tempestivo intervento, potete cercare di aiutare mamma gatta come segue: lavatevi molto bene le mani o indossate dei guanti sterili; ungete sia il feto sia la vulva con paraffina liquida, o olio di vaselina o sapone neutro sciolto in acqua tiepida. Con molta delicatezza, sincronizzandovi con le contrazioni uterine, afferrate ciò che riuscite del gattino e tirate delicatamente, ma con decisione, il piccolo verso l'esterno. State molto attenti a non tirare con troppa forza, aiutandovi con dei movimenti rotatori in una direzione e nell'altra.

Potrebbe anche accadere che la madre non lecchi i piccoli appena partoriti, oppure non stacchi la membrana fetale o il cordone ombelicale. In questo caso, intervenite voi stessi strappando la membrana, strofinate poi delicatamente il gattino con un morbido asciugamano caldo, facendo molta attenzione a ripulire delicatamente le narici che devono essere completamente libere da muco.
Se il piccolo respira e si lamenta debolmente va tutto bene e potrete pensare a tagliare il cordone ombelicale: legate il cordone ombelicale con del refe (o filo di cotone grosso) a circa 3 centimetri dall'ombelico, quindi tagliate mezzo centimetro sopra il nodo, tra esso e la placenta.

Se al momento della nascita, un gattino appare debole e freddo, immergetelo in acqua calda ( 38°C ), facendo molta attenzione a tenere la testa fuori dall'acqua, e massaggiatelo delicatamente. Dopo pochi minuti dovrebbe riprendersi; toglietelo dall'acqua e asciugatelo molto bene con un panno caldo, quindi depositatelo nella cuccia posizionata sotto una lampada per riscaldarlo. Utilizzate allo scopo una alogena da tavolo (quindi non eccessivamente potente), da sistemare a circa 45 centimetri di distanza dal micio, oppure una normale lampada da 10 watt, sistemata a 35 centimetri dal gatto. Alternativa borsa dell'acqua calda, con dentro acqua TIEPIDA.

SOS veterinario
Dovete rivolgervi al veterinario se mamma gatta avesse doglie molto ravvicinate per 2 ore senza partorire, oppure se non presentasse doglie ma comparissero perdite vaginali colorate o con sangue.
L'intervento del medico è indispensabile nel caso sia necessario un parto cesareo; comunque, lui stesso potrà il più delle volte prevederlo visitando la gatta qualche giorno prima del parto.
Il ricorso al veterinario dovrà essere tempestivo anche nei seguenti casi: se la gatta dovesse interrompere il parto senza aver concluso l'espulsione dei feti; se il giorno dopo il parto non ricominciasse a mangiare e bere normalmente; se apparisse intontita, irrequieta, febbricitante; se avesse ancora contrazioni; se si disinteressasse dei piccoli; se comparissero perdite vaginali colorate, biancastre o maleodoranti.

L'allattamento
Mamma gatta si dimostrerà molto amorevole verso i suoi piccoli, che popperanno premendo con gli arti anteriori sul capezzolo, stimolando la lattazione. Per stress, inesperienza, disfunzioni o squilibri ormonali, la micia potrebbe però non essere in grado di allattare i gattini. In questo caso rivolgetevi a un veterinario che potrebbe risolvere il problema.
Un'altra possibile soluzione è trovare una balia, vale a dire un'altra micia disposta ad allattare piccoli non suoi. Subito dopo il parto, infatti, una mamma di solito accetta di allattare anche gattini estranei, ma dopo pochi giorni potrebbe rifiutarli, tornando a farli avvicinare solo a svezzamento concluso. Provate a spalmare del burro sul pelo dei piccoli abbandonati, e portateli dalla loro balia (è importante che abbia partorito da poco). La gatta comincerà a leccarlo e potrebbe in questo modo riconoscere, anche dopo il primo approccio, l'odore del piccolo, accettandolo per sempre come figlio proprio.
Controllate in ogni caso con attenzione e regolarmente lo sviluppo fisico del gattino: dovrebbe crescere regolarmente (15- 20 grammi al giorno), poppare con vigore e avere un aspetto ben pasciuto. Se il ricetto dovesse apparire troppo magro, si lamentasse di frequente, rimanesse isolato dal resto della cucciolata, intervenite prontamente. In certi casi dovrete attrezzarvi per l'allattamento artificiale.

L'allattamento artificiale
Per favorire la formazione di anticorpi, cercate di fornire al gattino abbandonato del colostro (il primo latte della madre) prelevandolo dai capezzoli della gatta immediatamente dopo il parto: ne basteranno poche gocce somministrate con un contagocce.
Il latte vaccino (ma anche quello di capra) è inadatto a sostituire quello di mamma gatta, in quanto troppo povero di grassi e proteine. Dovrete quindi rifornirvi di latte in polvere specifico per gatti oppure, in alternativa, potrete utilizzare quello in polvere o condensato rinforzato per bambini, da diluire in acqua e arricchire con calcio. Nei negozi specializzati ricercate poi un biberon apposito per gattini, o eventualmente sostituitelo con uno per bambini prematuri.
Fate sciogliere il latte in acqua calda e poi lasciatelo raffreddare finché raggiungerà la temperatura ottimale ( 38°C ). Riempite il biberon con la quantità di latte necessaria (vedi tabella), saggiate la temperatura del liquido sul polso e, se è corretta, iniziate ad allattare il ricetto: prendetelo delicatamente intorno al collo e inserite lentamente la tettarella in bocca. Schiacciando leggermente il biberon provocherete la lenta uscita del latte. Ogni attrezzatura per l'allattamento va accuratamente sterilizzata prima di essere nuovamente utilizzata.
Dopo ogni pasto, massaggiate il piccolo.

ALLATTAMENTO ARTIFICIALE - TEMPI E DOSI

ETA'

FREQUENZA PASTI

QUANTITA' LATTE

fino a 1 settimana

ogni 2 ore

da 3 a 6 ml

da 1 a 2 settimane

ogni 2 ore giorno / 4 notte

da 6 a 8 ml

da 2 a 3 settimane

ogni 2 ore giorno / 1 volta notte

da 8 a 10 ml

 

Alimentazione

I nutrienti fondamentali

Forse non tutti si fanno grandi problemi riguardo all'alimentazione del proprio gatto, e solitamente nessuno incorre in grossi inconvenienti per questo. Già, perché dietologi e nutrizionisti hanno già studiato il contenuto della classica scatoletta che diamo da mangiare a Micio, e dentro quella, in teoria, c'è già assicurata ogni sostanza nutritiva di cui un gatto ha bisogno, e nelle giuste quantità. Però non tutte le pappe in scatola vanno bene allo stesso modo, e non per niente tra una marca e l'altra ci sono grandi differenze di prezzo.
Per poter fare una scelta oculata, dobbiamo innanzitutto sapere cosa davvero Micio ha bisogno di trovare nella ciotola.

PROTEINE prima di ogni altra cosa, il gatto è un carnivoro. Dalla carne ricava le proteine, che devono costituire dal 30 al 45% della sua dieta (35-50% per i cuccioli) . Le proteine sono i veri e propri mattoni con cui è costruito il corpo del gatto. Si possono trovare proteine anche nei cereali o nei legumi, ma quelle di qualità migliore e in maggiore quantità sono nella carne, nel pesce, nelle uova e nel latte. Se si alimenta il gatto con sole proteine di origine vegetale, egli non riuscirà a procurarsi tutta la varietà di proteine di cui ha bisogno, e andrà incontro a seri problemi. Un'insufficienza di taurina, per esempio, può portare danni irreparabili alla vista.


CARBOIDRATI riso, pasta, pane, zuccheri: ecco cosa sono i carboidrati. Al contrario dell'uomo, che ne fa il proprio alimento principale, i gatti non ne hanno praticamente bisogno. Tutte queste sostanze vengono bruciate all'interno del corpo per produrre energia, ma i gatti, per soddisfare questo bisogno, preferiscono impiegare i grassi, che a parità di peso sono due volte più energetici. Ciononostante i carboidrati sono contenuti nei cibi per gatti, più che altro per far peso e volume.

GRASSI ci sono due tipi di grassi: saturi e non saturi. Quelli saturi sono di origine animale, mentre quelli non saturi sono di origine vegetale. E' facile distinguerli perché i primi sono solidi a temperatura ambiente (burro), i secondi liquidi (olio).
I grassi servono sia come pura fonte di energia, sia per complicati (ma vitali) processi chimici all'interno del corpo. Per la prima funzione vanno bene tutti i tipi di grassi, ma per la seconda il gatto riesce ad utilizzare solo quelli saturi, ovvero di origine animale. La dieta del gatto deve essere costituita al 10-30% da grassi (17-35% per i cuccioli), e meglio se di origine animale. Non preoccupatevi del colesterolo, i gatti non sono soggetti a malattie coronariche, e un poco di burro, oltre che migliorare il sapore della pappa, renderà il suo pelo più brillante

VITAMINE le vitamine sono sostanze molto preziose, indispensabili alla salute (del gatto, come di ogni altro animale). Ogni alimento (che sia di origine vegetale o animale) contiene qualche tipo di vitamina. Tuttavia, ancora una volta, Micio riesce a usare meglio quelle contenute negli alimenti di origine animale.
La vitamina A è importante per gli occhi e la pelle. La si trova nel fegato (e nell'olio di fegato di merluzzo), nei formaggi cremosi, nella panna e nei tuorli d'uovo. Per garantire il giusto apporto di vitamina A basterebbe somministrare una volta alla settimana 60 grammi di fegato, ma in ogni caso è meglio non eccedere, perché l'eccesso è tanto grave quanto la carenza.
Le vitamine B sono molto numerose, e numerose sono le loro funzioni. Servono per assimilare i cibi, e soprattutto le proteine (che come abbiamo visto sono l'alimento fondamentale del gatto). Il fegato ne è ricco, assieme al lievito (che in compresse, costituisce uno snack irresistibile per la maggior parte dei gatti).
La vitamina C non è necessaria nella dieta del gatto, perché lui stesso è in grado di produrla.
La vitamina D è indispensabile per le ossa. Oltre che ricavarla dai pesci grassi, il gatto la produce stando esposto al sole. Un eccessivo dosaggio di vitamina D può però essere letale, se abbinato a una carenza di calcio. Non prendete mai l'iniziativa di dare un integratore di vitamina D al vostro gatto senza aver consultato il veterinario!
La vitamina E si trova nelle uova e negli olii vegetali. Funziona da antiossidante, e sembra avere peso nel processo di riproduzione, ma, attenzione, se è troppa ha un effetto controproducente.
La vitamina K serve per la coagulazione del sangue. Si trova nel fegato.

MINERALI i minerali non hanno nessun apporto energetico, come le vitamine, ma sono lo stesso importanti, anche se in piccolissime quantità, nell'alimentazione del gatto. I cibi in scatola, sotto la voce “ceneri”, contengono spesso molti più minerali del dovuto, e questo non fa certo bene al felino. Conseguenze di un'alimentazione troppo ricca di minerali sono le malattie dell'apparato urinario. Quindi, quando frugate tra gli scaffali del supermercato, tenete presente che un buon alimento è segnalato da un alto contenuto di carni (proteine), un buon contenuto di grassi, un discreto contenuto di carboidrati e un minimo contenuto di ceneri.

L'apporto energetico

Per alimentare correttamente il gatto, è utile sapersi regolare circa le quantità da somministrargli. Alcuni gatti casalinghi e particolarmente pigri tendono al sovrappeso, tanto che sono state sviluppate delle linee di alimentazione dietetiche ipocaloriche per mici!
Come fare allora a non eccedere, pur garantendo a Micio tutta l'energia di cui ha bisogno?
E' sufficiente un rapido calcolo del suo fabbisogno calorico in rapporto all'apporto energetico del cibo che gli somministrate.

Sull'etichetta di ogni lattina (o scatola di croccantini) troverete indicato L'apporto calorico per 100 grammi di prodotto, che più o meno sempre lo stesso.

Il panorama delle scatolette

certo avrete una certa familiarità con i differenti cibi industriali per il gatto, che ultimamente continuano ad aumentare in varietà, proponendo originali abbinamenti di sapore, per darvi davvero l'impressione di trattare il vostro gatto come trattereste voi stessi.

I CROCCANTINI Il cibo più pratico sono senza dubbio i croccantini secchi, che non danno problemi di conservazione e sono in genere molto appetibili. Personalmente però, li ritengo un cibo abbastanza monotono. In ogni caso, se li date al vostro gatto, mettetevi accanto una ciotolona d'acqua.
In passato i croccantini sono stati accusati (e non a torto) di causare problemi alle vie urinarie dei gatti anziani. Ma le formulazioni attualmente in commercio non sono assolutamente più dannose (certo, al 99%), quindi non fatevi impaurire da questo luogo comune.


LE LATTINE Di più difficile conservazione (se la lattina non è finita va consevata in frigo, e d'estate le ciotole attirano migliaia di insetti) ma apparentemente più gradite a molti gatti sono le lattine di cibo umido, presenti in diversi sapori (essenzialmente manzo, pollo, e pesce). Quelle alte sono abbastanza economiche, una può bastare grossomodo per un gatto per un giorno. Quelle di media altezza bastano per un cucciolo per un giorno, o per mezza giornata per un gatto adulto. Alcune lattine poi, propongono tre quarti di carne e un quarto di riso bollito alla base. Non tutti i gatti apprezzano il fondo di riso (la mia Pussi, per esempio, lo avanzava con regolarità), e come abbiamo detto sopra i carboidrati non sono affatto essenziali nella dieta di un gatto.

LE VASCHETTE Esistono poi le vaschette, che presentano una scelta molto più vasta di gusti (pollo, tacchino, vitello, manzo, selvaggina, trota...) e bastano per un pasto.

LE BUSTE Per i palati più raffinati ci sono le buste, che contengono dei veri e propri menu (manzo con verdure e piselli, pesce e gamberetti..). Effettivamente alcuni gatti possono preferirle, ma dal punto di vista economico una busta (che basta per un pasto) costa quanto una lattina grande (che basta per tre)!!

Ho fatto una carrellata delle scatolette che potete trovare al supermercato. In un negozio specializzato troverete degli alimenti di qualità nettamente superiore (che potrete verificare controllando la composizione) ma inevitabilmente anche di prezzo superiore. Sta a voi decidere se nutrire il vostro micio semplicemente bene o se nutrirlo benissimo.

La cucina casalinga

se avete dichiarato guerra alle scatolette, e avete deciso di nutrire il vostro gatto con alimenti preparati da voi, preparatevi a una bella sfida. Concepire e realizzare una dieta equilibrata che apporti tutto ciò di cui Micio ha bisogno, senza passare ore ai fornelli e spendere fortune, non è per niente facile. Innanzitutto chiedete al veterinario che saprà darvi indicazioni sulle quantità e i metodi di cottura. In linea di massima:


CARNE DI MANZO O DI VITELLO può essere servita cruda, sempre col grasso, oppure scottata in padella.


Meglio cuocere CARNE DI POLLO (lentamente in una casseruola e servire col sugo, dopo aver accuratamente rimosso gli ossicini. Sono apprezzatissimi i fegatini e le interiora, sia crude che scottate), MAIALE (ai ferri, MAI cruda) e CONIGLIO (meglio se in umido o al cartoccio).

Il PESCE è prezioso in quanto ricco di vitamina B1. per preservare questa vitamina, è bene servirlo cotto (bollito), privato di testa, lische e interiora. per evitare spiacevoli odori in casa, basta coprire interamente di acqua un pesce intero in una casseruola, coprirlo con un coperchio e lasciarlo bollire.
Va bene, ma non ogni pasto, pesce in scatola tipo tonno o sardine, ma ricordatevi sempre di sgocciolarli.

L'albume delle UOVA non deve essere servito crudo. sia un uovo bollito una volta alla settimana.

Il FEGATO è ottimo una volta alla settimana, ma non deve costituire la dieta completa, in quanto si rischia un pericoloso eccesso di vitamine.

il POLMONE è sconsigliabile, in quanto va cotto molto a lungo per eliminare eventuali parassiti ed ha uno scarso potere nutritivo.

Date FORMAGGIO molle, utile per il calcio, e latte, se è ben sopportato (in ogni caso più di un bicchiere al giorno rischia di fare venire la diarrea). Alcuni gatti amano lo YOGURT , che non dà i problemi digestivi spesso legati al latte, ma fornisce gli stessi nutrienti.

alla carne bisogna integrare un po' di ZUCCHERI, VERDURE E GRASSI, per garantire una dieta completa. Per esempio pane secco o grissini sbriciolati uniti in moderata quantità alla pappa, più carote o zucchine bollite che facilitano il transito intestinale. O ancora riso crudo pestato o fiocchi di cereali (attenti che non siano dolci) e ortaggi verdi (asparagi, fagiolini ecc..), sempre bolliti.

specialmente nel caso di una dieta a base si alimenti freschi, preparati in casa, è bene chiedere al veterinario di prescrivere un eventuale INTEGRATORE, in modo che micio non si faccia mancare nessuna sostanza utile alla sua salute. Un esempio di integrazione nutrizionale può essere lievito di birra, più olio di vinacciolo, più un integratore di vitamine e minerali (da prendere in farmacia). Tenete sempre presente che il gatto preferisce consumare pasti piccoli e piuttosto frequenti, serviti a temperatura ambiente.


se decidete di CAMBIARE LA DIETA del vostro gatto, è bene comunque procedere per gradi; il micio abituato alle scatolette potrà anche rifiutarsi di assaggiare della buona carne cruda. il digiuno può prolungarsi anche per due o tre giorni, ma se il gatto è in buona salute non c'è da preoccuparsi: prima o poi la fame gli farà dimenticare qualsiasi schizzinoseria. per convincerlo, miscelate quantità crescenti del nuovo cibo alla sua pappa abituale, e vedrete che si abituerà piano piano.


Lo svezzamento
I giovani gattini possono cominciare a nutrirsi con alimenti diversi dal latte materno quando hanno compiuto le 3 settimane di vita. Se il piccolo è stato separato prematuramente dalla madre, allo svezzamento dovrete provvedere voi. Iniziate somministrando con un biberon del latte specifico per gattini (reperibile nelle farmacie specializzate e più concentrato del comune latte vaccino). Dopo qualche giorno unite al latte degli omogeneizzati di pesce o di carne (una parte di latte o acqua, 2 parti di omogeneizzato). Disponete la pappa intiepidita in una ciotola poco profonda e incoraggiate i micetti a leccare un po' di cibo da un vostro dito, oppure sporcate leggermente con esso la loro bocca. Quando i piccoli avranno imparato a leccare la pappa dalla ciotola, eliminate gradatamente il latte o l'acqua dalla miscela e aggiungete del passato di verdura.

Continuate a nutrire i gattini con omogeneizzati e passato di verdura fino alle 8 settimane di vita, ma meglio sarebbe nutrirli in questo modo fino ai 9 mesi.
Potete anche trovare in alcune farmacie o nei negozi specializzati del cibo solido per gattini, perfetto sostituto degli omogeneizzati.

SVEZZAMENTO: TEMPI E DOSI

ETA'

FREQUENZA PASTI

QUANTITA' CIBO

3 settimane

4 pasti al giorno

latte in polvere o condensato diluito

da 1 mese a 8 settimane

4 pasti al giorno

a volontà (in una ciotola bassa)

da 8 settimane a 9 mesi

2-3 pasti al giorno (fine svezzam.)

a volontà



Fornite sempre acqua e latte, controllandone periodicamente la freschezza, e tenete presente che molti gatti sono intolleranti al latte vaccino (in questo caso, eliminatelo e chiedete consiglio al veterinario).

La dieta del gatto adulto
Per stabilire la quantità di cibo necessaria a un gatto che abbia superato il nono mese di età, calcolate 14 grammi di cibo ogni 450 grammi di peso corporeo. E' un calcolo del tutto teorico, in quanto il fabbisogno alimentare varia da individuo a individuo, e l'appetito dipende moltissimo dal metabolismo, dall'attività fisica, dallo stile di vita.
Un micio adulto e sano deve mangiare almeno un pasto al giorno, ma ama spiluccare in vari momenti la sua pappa.
A differenza di quanto accade con il cane, è preferibile somministrare al gatto il pasto suddividendolo e integrandolo durante la giornata, facendo così in modo che sia sempre fresco ed evitando che venga avanzato. Scegliete sempre alimenti di qualità.

Se notate che il vostro micio ingrassa eccessivamente, badate che non mangi qualcos'altro altrove e rivolgetevi al veterinario, sebbene, a differenza degli uomini, i gatti un po' soprappeso solitamente non abbiano grossi problemi di salute. Differente è il discorso per i gatti obesi: molte malattie come il diabete, i calcoli urinari, la lipidosi epatica sono più frequenti negli esemplari con gravi problemi di peso.
Se, al contrario, non gradisse il cibo, il gatto è in grado di digiunare anche per vari giorni, debilitandosi gravemente: tenetelo quindi sotto controllo.
Non è comunque detto che un micio con scarso appetito sia un animale ammalato o con problemi. Può semplicemente essere leggermente indisposto (per aver compiuto un viaggio in auto per esempio), oppure essere in calore o, ancora, può essere stato ospite a pranzo dai vicini oppure essere reduce da una fortunata battuta di caccia. Il cibo può inoltre essere rifiutato perché andato a male. Se però vedete che il problema persiste, portate il vostro amico dal veterinario per una visita di controllo.

Come somministrare il cibo
I gatti sono molto esigenti riguardo al cibo. Da veri buongustai hanno gusti precisi e sono un po' schizzinosi: preferiscono mangiare poco e a più riprese, in recipienti puliti e in posti tranquilli e silenziosi. Dategli la pappa in un luogo che gli è gradito, inaccessibile agli estranei di casa e che sia facile da pulire regolarmente, magari un angolo della cucina. Evitate di somministrare i pasti all'aperto, se possibile, in quanto gli alimenti si deteriorerebbero più velocemente e gli avanzi richiamerebbero topi, mosche e altri insetti.

Mettetegli a disposizione almeno due ciotole, una per il cibo e l'altra per l'acqua (sempre a disposizione, pulita e fresca), eventualmente una terza per il latte. Ricordate che se avete più di un gatto, le ciotole devono essere individuali. I contenitori vanno puliti quotidianamente, poiché il gatto potrebbe non mangiare se gli porgete il cibo in una ciotola sporca. In commercio si trovano anche ciotole munite di timer (alimentatori automatici) che si aprono a orari prestabiliti, particolarmente utili se siete assenti da casa al momento dei pasti.
Sotto alla ciotola disponete una pagina di giornale, o una pezza di stoffa, oppure una tovaglietta di plastica, che faciliti la pulizia della zona-pappa. Non mischiate le stoviglie del micio con le vostre.

Dategli da mangiare alla stessa ora ogni giorno e depositate le ciotole sempre nello stesso posto. Quando è il momento della pappa chiamate il micio per nome, in questo modo lo imparerà presto.

Può succedere che il gatto debba cambiare radicalmente le proprie abitudini alimentari (passare, per esempio, da una dieta a base di cibo confezionato a una a base di cibo fresco per ragioni di salute). In questo caso dovrete abituare gradatamente non solo il suo gusto, ma anche il suo metabolismo: un cambiamento improvviso può causare problemi digestivi, feci molli, diarrea, rifiuto del cibo. Per evitare questi inconvenienti mescolate l'alimento nuovo con quello cui l'animale è abituato in quantità gradatamente maggiore, fino a giungere alla sostituzione completa del vecchio alimento con quello nuovo, non prima di 15 giorni.

 

Comportamento

Molte accuse sono rivolte ai gatti: sono considerati furbi e opportunisti, farabutti e ladri, egocentrici e menefreghisti... Capire la psicologia felina è assai difficile, a meno che non si guardino le cose dal loro punto di vista.
Un gatto non capirà mai i concetti di ‘bene' e ‘male', tipicamente umani, se non raffrontandoli al proprio benessere: è bene ciò che gli arreca beneficio, è male ciò che gli arreca malessere. La sua vivace intelligenza e la prontezza di riflessi, unite a una particolarissima sensibilità, fanno sì che possa provare a volgere le situazioni a proprio favore, riuscendoci la maggior parte delle volte. Più che di opportunismo, quindi, si tratta di vera e propria abilità nel cercare di ‘afferrare l'attimo'.
Abbiamo a che fare con il risultato della selezione genetica di vari animali cacciatori, il cui istinto e la cui morfologia sono sopravvissuti quasi integralmente nel micio domestico. Non ladro, quindi, ma furbo cacciatore, e questo non dimentichiamolo mai, evitando di sfidare la sua abilità e i suoi istinti con la nostra disattenzione.
Abile predatore, dunque, e inafferrabile individualista, dotato di grande capacità d'adattamento, sempre attento a cogliere il meglio dalle diverse situazioni, ma nello stesso tempo capace di slanci di amicizia sorprendenti; un amico divertente e affettuoso, sensibile ai bisogni dei suoi compagni umani come ai propri, al tempo stesso abitudinario e adattabile, iperattivo e paziente, egoista e altruista, prevedibile e misterioso, permaloso e claunesco, indipendente e bisognoso di attenzioni. Una personalità ricca di sfaccettature contraddittorie che rendono, a tutt'oggi, difficile classificare e codificare i comportamenti felini, ma che fanno del gatto un compagno di vita impagabile e insostituibile, il prediletto di artisti e letterati.

Un fiero cacciatore

Il gatto domestico ha avuto origine dalla selezione di vari carnivori sessanta milioni di anni fa, ed è rimasto un vero e proprio predatore carnivoro (a differenza dei cani, che si sono adattati a una dieta onnivora). Questo è un aspetto importante, di cui è doveroso tener conto, soprattutto per quel che riguarda l'impostazione della dieta.
Altro fattore indispensabile alla comprensione del comportamento del gatto è L'interpretazione diversa che egli dà alla caccia rispetto al cane. I cani, come i lupi, tendono tendenzialmente a cacciare in branco, il gatto, al contrario, un cacciatore solitario. Da buon predatore solitario, tende per istinto a insidiare gli animali più deboli e a sfuggire quelli più forti.
E' inoltre un attentissimo osservatore, un autentico stratega abituato a studiare a lungo i punti di forza e di debolezza delle sue vittime prima di sferrare l'attacco e a fare tesoro delle conoscenze acquisite per i comportamenti futuri. Il gatto ha quindi affinato le doti d'adattamento, la capacità di saper prendere decisioni indipendenti e assumere atteggiamenti diversi secondo le situazioni.

L'addomesticamento ha comunque modificato alcune abitudini; il gatto si è adattato a vivere in comunità e a cibarsi di alimenti di origine diversa, e cio' ha reso ancora più flessibili i suoi comportamenti. Nonostante tutto, comunque, rimane pur sempre d'indole maggiormente affine a una pantera piuttosto che a un cane (molto più di quanto possiamo immaginare!).

 

Salute e igiene

Il gatto è notoriamente un animale che cura moltissimo la propria igiene personale. Molta parte della sua giornata è dedicata alla meticolosa pulizia del mantello e del resto del corpo. Inoltre, non ama depositare i propri escrementi su una lettiera non pulita, né mangiare in ciotole sporche. Il micio non ha un odore particolare: la cosiddetta “puzza di gatto”, della quale molte persone si lamentano, è causata esclusivamente dalla mancata osservanza delle principali norme igieniche, doverose per chi convive con lui, oppure dalla marcatura con urina del gatto maschio intero.
Per quel che riguarda il benessere fisico, un gatto non necessita di regolare movimento all'aperto, come succede per il cane, per mantenere tonica la muscolatura, e si adatta senza grossi problemi alla vita d'appartamento sempre che, appunto, siano rispettate da parte vostra alcune regole di base.

PRINCIPALI NORME IGIENICHE

L'unico odore sgradevole del gatto, dicevamo, è causato dagli escrementi. Basterà quindi mantenere sempre pulita la cassetta igienica per eliminare questo inconveniente. Se non avete la possibilità di controllare più volte al giorno la lettiera (per esempio perché dovete assentarvi da casa per qualche tempo e nessun altro può provvedere alla pulizia al posto vostro) sistemate anche tre cassette igieniche anziché una sola, cosicché il micio possa averne sempre a disposizione una pulita.

Badate a pulire regolarmente, oltre alle ciotole del cibo, anche la cuccia o i luoghi dove il gatto dorme, e tutti gli ambienti che frequenta.

Osservate con attenzione lo stato del mantello e il corpo del vostro micio: il pelo deve sempre essere folto e lucido, senza macchie e zone più rade. Approfittando del momento della tolettatura, controllate occhi, bocca, orecchie e genitali, zampe e artigli. Se notate qualche anomalia che non sapete spiegarvi, non esitate a rivolgervi al veterinario. Per la cura del vostro amico, evitate di utilizzare pomate o creme: le leccherebbe subito, rischiando di intossicarsi.

Tenete sotto controllo anche il suo comportamento quotidiano, così da poter cogliere sul nascere eventuali anomalie d'atteggiamento: tutte le volte che il vostro gatto si comporta in un modo diverso dal solito per più giorni e inspiegabilmente, significa che qualcosa non va bene.

PULIZIA E TOLETTATURA DEL MANTELLO

I gatti che trascorrono all'aperto la maggior parte della loro giornata cambiano il pelo una o due volte l'anno; i soggetti che vivono sempre o quasi all'interno delle mura domestiche subiscono invece una muta quasi continua del mantello.
I gatti domestici provvedono autonomamente alla pulizia della pelliccia, e vi si dedicano con particolare impegno e per buona parte del loro tempo. Durante quest'operazione rimuovono con la lingua e inghiottono molti peli, i quali si accumulano in grumi nello stomaco: il gatto cercherà di rigurgitarli, ma possono anche determinare blocchi intestinali. Potete aiutarlo arricchendo la sua pappa con olio (un cucchiaino al giorno per 2-3 giorni di seguito una volta ogni mese), o altri grassi che favoriranno l'espulsione dei peli attraverso le feci. Il problema potrà comunque essere ridotto soprattutto spazzolandolo con regolarità.

ACCESSORI UTILI PER LA CURA DEL PELO

Bisogna innanzitutto fare una distinzione tra i soggetti a pelo corto e quelli a pelo lungo. I primi sono quasi del tutto autosufficienti per quanto riguarda l'igiene del pelo e a voi basterà passarlo un paio di volte la settimana con una spazzola morbida .
Un gatto a pelo lungo necessita, invece, di spazzolature più frequenti (almeno quotidiane) da eseguire con due tipi di spazzola, una morbida per rimuovere i peli morti e una dura per sciogliere ed eliminare grumi e nodi nel mantello. I grumi e i nodi, se non prontamente sciolti, possono ingrossarsi sempre di più danneggiando il mantello e la cute, al punto da dover essere asportati dal veterinario che, nei casi più gravi, dovrà ricorrere all'anestesia.
Altri accessori utili per la cura del mantello a pelo lungo, oltre alla spazzola, sono un pettine a denti larghi e uno a denti fitti , da utilizzare principalmente per la rimozione dei grumi. Usate per prima cosa il pettine a denti larghi per sciogliere grossolanamente i nodi (che potete tenere separati dal resto del pelo e sollevati dalla cute con l'ausilio di un bastoncino a punta arrotondata) prestando attenzione a non provocare strappi dolorosi. In seguito, con precauzione, utilizzate il pettine a denti stretti non nel senso del pelo, ma pettinando un ciuffetto per volta, dalla base verso la testa del gatto. Passate quindi la spazzola a setole dure o, meglio ancora, utilizzatene una a denti di metallo.
Potete anche procurarvi un lisciatore (particolare spazzola a setole metalliche molto sottili e ricurve), da utilizzare per la cura della coda dei gatti a pelo lungo.
Una spazzola di gomma (comodissime quelle a guanto) sarà utile per la rimozione dei peli morti più superficiali.
Per il pelo del musetto utilizzate uno spazzolino da denti .

Sia per i gatti con pelo lungo sia per quelli a pelo corto completate la tolettatura con un panno così da lucidare e lisciare il mantello; se il gatto ha pelo scuro, può anche essere impiegato uno straccio inumidito in acqua tiepida e qualche goccia d'aceto.

PULIZIA DI OCCHI, NASO, ORECCHIE

Con un batuffolo di cotone inumidito in acqua borica tiepida, rimuovete muco e crosticine dagli occhi.
Alcune razze di gatti (come il persiano) hanno un setto nasale molto schiacciato, conformazione che causa la frequente ostruzione del dotto lacrimale; ciò provoca una secrezione bruna o rossastra che macchia il pelo del naso e delle guance. Se questa particolare lacrimazione più abbondante del solito, controllate con il veterinario che il gatto non abbia problemi di salute, altrimenti sarà sufficiente rimuovere quotidianamente le striature con l'apposito liquido oftalmico, oppure con semplice acqua tiepida o acqua borica intiepidita.

Passate del cotone appena inumidito d'acqua tiepida o olio d'oliva all'interno del padiglione auricolare, quindi asciugate con dell'altro cotone. Durante quest'operazione, approfittate per controllare l'assenza di anomalie (spurgo eccessivo, macchie, dolore, prurito) che, se presenti, rendono necessario il ricorso al veterinario.

Soprattutto se il micio raffreddato o molto piccolo, provvedete delicatamente alla pulizia delle narici e dei contorni del nasino con un bastoncino cotonato appena inumidito.

CURA DELLE ZAMPE

Gli artigli di un gatto, normalmente, non sono sporchi e in ogni caso sarà sufficiente passarli con un batuffolo di cotone inumidito. Nella maggior parte dei casi non avranno neppure bisogno di essere tagliati, in quanto si consumano con l'uso: se il vostro gatto non ha la possibilità di uscire da casa, attrezzatevi con un grattatoio. A volte, però, soprattutto negli esemplari anziani o in quelli particolarmente pigri e sedentari, gli artigli hanno bisogno di essere regolati, anche per evitare che, crescendo troppo, premano sul cuscinetto carnoso delle zampine.
Il taglio delle unghie necessita di attenzione e di una certa esperienza, meglio farlo eseguire dal veterinario o dal tolettatore. La parte dell'unghia di colore roseo non deve assolutamente essere recisa, poiché contiene terminazioni nervose!!

Marcatura territorio

Una delle caratteristiche dei gatti preferita dai proprietari è che sono animali puliti e che non hanno bisogno di essere accompagnati fuori per fare cacca e pipì.
Se il vostro gatto invece urina per casa il problema va affrontato quanto prima. Come visto nel caso delle graffiature, anche l'urina può servire come marcatura territoriale e come segnale tranquillizzante per il gatto stesso. L'importante è non confondere una marcatura di urina con un problema di salute.

A volte gatti con problemi di infezioni urinarie sporcano fuori dalla cassettina, ma questo non vuol dire che marchino il territorio. In questi casi è assolutamente consigliato l'immediato intervento del vostro veterinario.

Altre volte il tipo di sabbietta o la posizione della cassettina sono particolarmente sgraditi al gatto: cambiateli prima di cercare altre soluzioni.

Ricordate inoltre di non posizionare mai la ciotola del cibo vicino alla cassettina.

La marcatura urinaria ha caratteristiche ben precise: di solito viene emessa stando sulle 4 zampe e verso una superficie verticale. Anche i maschi sterilizzati e le femmine possono marcare in questo modo. A volte le femmine marcano stando accucciate.

 

Perché un gatto marca con le urine? Molti possono essere i motivi, i più comuni sono:

--- un'alterazione del territorio abituale (cambio di mobili, traslochi )

--- l'introduzione di nuovi animali o persone

--- la presenza di una femmina in calore

Nei casi meno gravi si può ricorrere all'uso di feromoni sintetici (Feliway), che aiuteranno l'animale a ritrovare sicurezza nel suo ambiente.

Se all'emissione di urina si accompagnano altri sintomi, come sporcare anche con le feci, mangiare poco, manifestare paura o aggressività anche in situazioni comuni è necessario l'intervento di un terapista comportamentale.

 

Linguaggio

Il territorio
In campagna il territorio della femmina può arrivare ad un ettaro mentre quello di un maschio supera i 10 ettari . In città invece, dieci gatti possono condividere un terzo di ettaro. In generale il territorio dei maschi circonda quello della femmina e non vi sono intersezioni. A seconda della vostra abitazione, villa o appartamento, ed a seconda del numero di animali che vi vivono, il gatto identifica la propria casa, una parte o qualche metro come proprio territorio e lo difende.


LA DELIMITAZIONE DEL TERRITORIO:

Il gatto maschio, più che la femmina, delimita il proprio territorio con degli spruzzi di urina, sulle superfici verticali in particolar modo. Il gatto vuole dire "Sono a casa mia, proibito entrare!". Bisogna abituare così l'animale a svolgere le proprie funzioni sociali e sessuali all'esterno, certo, in appartamento più difficile. Per ovviare questo comportamento si può ricorrere alla castrazione. Questa operazione deve essere programmata con il vostro veterinario in modo da trovare il momento ideale. Un altro modo usato dal gatto per delimitare il territorio lasciare il segno delle unghie su muri ed alberi. Così facendo diffonde un odore particolare secreto dalle ghiandole situate alla base dei cuscinetti plantari.
LO SFREGAMENTO: Così come il gattino si sfrega contro la madre per chiedere cibo ed attenzione, il gatto adulto si sfrega contro il padrone con la testa o con il corpo. Lo sfregamento inoltre utilizzato per delimitare il territorio. Il gatto sparge la secrezione delle ghiandole situate al lato della testa sulle persone e sugli oggetti del proprio ambiente.

Il linguaggio vocale

IL "RONRON": Deriva dalle contrazioni rapide dei muscoli della laringe e del diaframma ed inizia a comparire all'età di una settimana. il segnale che emette il gatto per segnalare soddisfazione e sottomissione.
IL MIAGOLIO: Esistono molti tipi di miagolio ed ognuno ha il suo significato: Domanda, sconcerto, lamento, rifiuto, brontolio e soffio utilizzati in caso di aggressione o difesa.
Solo osservando il vostro gatto imparerete a riconoscere il suo linguaggio.

Il linguaggio del corpo

Il gatto comunica con la testa, con le orecchie, gli occhi e con la coda. Per esempio il gatto attento ha la coda alzata e le orecchie dritte.
La coda dritta segnala che il gatto è contento.

 

 

Corpo

Pelo

Coda

Orecchie

Occhi

Baffi

Miagolio

Comportamento

Testa alta

Liscio

Dritta

Avanti esterne

Grandi e aperti

Poco distanziati

RonRon, miagolato

Gatto amichevole

Disteso

Liscio

Sussultante

In avanti

Rotondi, grandi e aperti

Distanziati in avanti

 

Gatto in agguato

Dorso arcuato, sulla punta delle zampe

Eretto su dorso e coda

Nervosa e ricurva

All'indietro

Pupille ristrette

Distanziati

Urla stridule

Gatto pronto all'attacco

Dorso rotondo

Eretto su tutto il corpo

Agitata

Sui lati

Pupille dilatate

Uniti

Grido penetrante

Gatto spaventato

Appoggiato sulle zampe posteriori

Coricato

Bilanciata

All'indietro

Pupille dilatate

All'indietro

Irregolare

Gatto sulla difensiva

 

 

Il gatto, si sa, è un animale molto pulito. Nella lettiera abitualmente nasconde i propri escrementi e la madre insegna al piccolo come utilizzarla. è consigliabile posizionare una vasca dai bordi alti in un luogo lontano dalla sua ciotola e dalla sua cuccia. La sabbia va ripulita ogni giorno e rinnovata una o due volte alla settimana. Per togliere l'odore, la vasca deve essere pulita con acqua e aceto o acqua e limone. I prodotti che contengono ammoniaca non devono essere usati perché aumentano la puzza di urina.

L'URINA FUORI DALLA LETTIERA: Se il gatto urina fuori dalla lettiera, cosa che capita raramente dato la pulizia del gatto, può essere motivata da una lettiera troppo sporca, da un cambiamento radicale delle sue abitudini (cambiamento di domicilio, presenza di un nuovo gatto, cane od ospite), il bisogno di marcare il proprio territorio o l'insorgere di alcune malattie renali o delle vie urinarie. Anche le lettiere troppo profumate non sono sempre molto apprezzate.


GRAFFIARE, UN COMPORTAMENTO DISTRUTTIVO:
Graffiare le superfici è un comportamento abituale per il gatto, infatti, gli permette di mantenere le sue unghie affilate. Se il gatto esercita questo suo comportamento su mobili, tappeti, tende o tappezzeria rende la convivenza spiacevole. Per prevenire il problema bisogna mettergli a disposizione un graffiatoio, possibilmente da posizionare vicino alla sua cuccia. Per evitare l'acquisizione di queste cattive abitudine si possono mettere foglio di alluminio sui posti dove si gratta e castigare l'animale quando colto sul fatto.


Il gatto morde per gioco o per nervosismo, il gioco è un comportamento normale per i gattini, deriva dal loro istinto alla caccia. Il gatto vede in una mano o in un piede che si muovono la propria preda. Bisogna far comprendere al gatto che questo comportamento non è accettabile. Si può interessarlo a giochi di movimento (palline di carta, ecc.).
L'attacco per nervosismo si ha normalmente quando si accarezza il gatto sul ventre; deriva dalla sua insofferenza o dal riflesso naturale del maschio al momento della copulazione. Anche in questo caso è necessario punire l'animale e non continuare con le carezze. Un gatto stressato, che si sente minacciato, può scaricare la propria aggressività con una persona famigliare. Bisogna così evitare di accarezzare il proprio gatto durante un combattimento o costringerlo a rimanere fra le vostre braccia in presenza di sconosciuti.

 

Introdurre un nuovo micio

Come inserire un nuovo animale in famiglia

Siamo stati spesso confrontati con molteplici domande e dubbi circa l'inserimento di nuovi animali in famiglia quando in casa ne abitano già altri. Con questi consigli intendiamo dare utili suggerimenti per aumentare esponenzialmente le possibilità di successo per la felicità di tutti, animali e umani.

  Premessa

Va detto senza ombra di dubbio che la miglior cosa per un cane o un gatto è avere un compagno di giochi con cui farsi compagnia, soprattutto se pensiamo a chi lavora tutto il giorno e costringe l'animale a stare da solo per un periodo più o meno lungo. Non c'è niente di meglio per loro che avere un amico con cui giocare, fare la lotta e dormire acciambellati… e d'altronde due animali non danno più lavoro di uno solo ma è sicuro che l'amore che riceveremo e la gioia che ci daranno saranno centuplicati!

Per comodità prenderemo in considerazione l'introduzione di nuovi gatti dove già ce n'è la presenza stanziale, anche se gli stessi consigli valgono se si vuole introdurre un cane a far compagnia ad un micio, sempre che sia già abituato ai gatti, sia cucciolo e/o di carattere calmo e che non veda il micio di casa solo come una possibile preda.

Naturalmente il successo di questa operazione dipende anche dal carattere degli animali. Non si può che notare però, che gli animali riescono molto facilmente a trovare un compromesso e piuttosto che farsi la guerra, se proprio non si piacciono, preferiscono ignorarsi per la pace di tutti.

Spesso si è notato però che ci sono casi in cui si accettano volentieri fin da subito, soprattutto se pensiamo ai cuccioli accomunati sicuramente dalla voglia di giocare e la mancanza di paura verso i propri simili e il mondo che li circonda.

Se desideriamo avvicinare un nuovo micio ad uno già presente già adulto sarebbe buona cosa riflettere sulla possibilità di introdurre un animale non troppo giovane d'età, perché l'adulto può mal sopportare la vicinanza di un cucciolo troppo vivace che passa il tempo a giocare con la sua coda o a tendere agguati.

 

  Prevenzione

Prima di introdurre un nuovo animale e prima di avvicinarlo a uno già presente in casa assicurarsi che questo sia stato visitato da un veterinario e sia stato vaccinato, sverminato e libero da parassiti. Visto che i primi tempi dovranno vivere separati e che i gatti non si incontreranno subito, la prevenzione può essere fatta nel frattempo senza problemi, l'importante è che non vengano messi a diretto contatto animali a cui non è stata fatta una profilassi. Naturalmente consigliamo vivamente di sterilizzare gli animali per il loro bene, per evitare nascite indesiderate e quindi per dare un aiuto concreto alla lotta contro il randagismo.

 

  L'arrivo a casa di un nuovo amico

Tutte le persone che hanno già avuto un animale sanno quanto possono essere gelosi dei propri umani e della propria casa. È un sentimento normale che va compreso e non represso. Sta a noi far capire all'animale già presente in casa, che nulla è cambiato. Che lui sarà sempre il nostro protetto, nonostante ameremo alla stessa maniera anche il nuovo arrivato.

Quando arriveremo a casa con il nuovo animale, consigliamo di non farli incontrare fin da subito, in libertà. Meglio vedere le prime reazioni con il nuovo arrivato chiuso nel trasportino e mettiamolo in una stanza che possiamo chiudere. Naturalmente fornite al nuovo arrivato una comoda cuccia, qualche giochino, le sue ciotole personali e una lettiera che potrebbe essere anche una toilette di fortuna come una bacinella. Non è detto che i due, una volta diventati amici, non possano usufruire della stessa toilette pacificamente.

Mentre il nuovo arrivato avrà un attimo di calma per conoscere il nuovo ambiente (per ora confinato in una sola stanza), il gatto padrone-di-casa sarà un pochino arrabbiato! Un intruso in casa!!! Chi sarà mai? Cosa vuole? Starà a noi coccolarlo subito e tranquillizzarlo, in modo da fargli comprendere che in fondo il nuovo arrivato non ci interessa molto… che è sempre lui il cocco di casa.

Non mancate di stare del tempo con il nuovo arrivato… prima imparerà a conoscervi e prima si tranquillizzerà. Dividetevi tra coccole e giochi con entrambi i gatti.

Dopo una prima giornata è giunta l'ora di scambiarsi di stanza. Chiudere il gatto di casa nella stanza dove ha soggiornato il nuovo arrivato e lasciate al nuovo micio la possibilità di esplorare il resto della casa. In questo modo sentiranno i loro reciproci odori e la vostra vicinanza gli farà comprendere che va tutto bene.

In seguito bisogna vedere come si comportano. Di solito 2-3 giorni di continui scambi di stanza senza farli incontrare direttamente dovrebbero bastare. Dopo questo periodo ormai i mici saranno pazzi di curiosità!

Potete fare dei tentativi d'incontro che dovranno avvenire in modo non troppo diretto. Potete lasciare la porta socchiusa in modo che si possano studiare a distanza e in seguito aprila un pochino e vedere le reazioni. Anche metterli di fronte ad una porta finestra va benissimo così possiamo vedere come si comportano senza che ci sia pericolo di attacchi.

Finalmente i mici potranno incontrarsi ed è normale se questi cominciano a soffiare e ringhiare… monitorate sempre questi incontri e non lasciate mai incustoditi mici sconosciuti. Se dovessero attaccarsi duramente potete gettare nel mucchio un cuscino o spruzzargli addosso un po' d'acqua e l'importante è che lasciate ad entrambi i mici sempre una via di fuga, quindi meglio non chiuderli insieme in una stanza.

Dopo questa prima fase i mici dovranno accordarsi su chi comanda e sulla suddivisione dei posti. Non spaventatevi se avranno litigi improvvisi anche violenti, seguite i consigli di cui sopra per dividerli e per far si che non si facciano male e abbiate pazienza. Ben presto troveranno ognuno il proprio posto. Fate delle prove e agite di conseguenza se vedete che litigano per il cibo (allontanate le ciotole), per la cassetta (acquistatene un'altra), per il possesso del letto, ecc. Col tempo ognuno di loro troverà il proprio posto. Abbiate sempre la stessa attenzione per entrambi i mici. Se vi sono vicini entrambi accarezzateli contemporaneamente e parlate loro dolcemente. Anche se li sgridate perché litigano, fatelo con entrambi e non preferite un micio ad un altro. Loro si accorgono di tutto e potrebbero soffrirne.

Se proprio i mici continuano a litigare è consigliato di ripartire da zero isolando e scambiando di stanza ancora con un po', ma come detto all'inizio, un compromesso gli animali lo trovano sempre. Raramente si è sentito di gatti propriamente incompatibili.

 

  Due meglio di uno

I gatti sanno essere capaci di un amore totale, quando ci guardano con gli occhioni carichi di amore, quando si accarezzano e abbracciano… è impagabile! Ma vedere due micioni che vivono beatamente insieme dividendosi tutto, compreso il nostro cuore, è assolutamente imperdibile…

Se avete un micio e lo amate davvero, il più bel regalo che potete fargli è dargli un fratellino o una sorellina. Lui ne sarà beato e noi avremo una fonte di gioia incommensurabile…

 

…PROVARE PER CREDERE!    Cool

da www.ticinofelino.com